nel linguaggio iconico

  • Garantire un’equa rappresentatività
  • Assicurarsi che nella selezione di immagini – quando viene rappresenta una collettività o un gruppo di soggetti – siano raffigurati in modo equo donne e uomini, al fine di garantire la rappresentatività quantitativa dei soggetti sia femminili che maschili.
  • Evitare l’uso del neutro maschile.
  • Non utilizzare immagini raffiguranti unicamente soggetti maschili, se il messaggio ha valenza neutra o nelle occasioni in cui ci si rivolge indistintamente a uomini e donne.
  • Verificare la coerenza delle immagini al contesto.
  • Assicurarsi che le modalità di rappresentazione dei soggetti siano pertinenti e coerenti con il contesto di riferimento. Ad esempio, evitare l’utilizzo di figure femminili a mero scopo decorativo e seduttivo.
  • Garantire una rappresentazione non discriminante dei ruoli.
  • Valorizzare la rappresentazione della molteplicità dei ruoli prediligendo, ad esempio, la scelta di immagini che raffigurino donne e uomini in ruoli e professioni non convenzionali così da non alimentare cliché, assicurandosi di includere, qualora il contenuto comunicativo lo preveda, rappresentazioni di donne in posizioni apicali.
  • Promuovere forme di rappresentazione che non sottendono gerarchie basate sul genere.
  • Non utilizzare raffigurazioni che veicolino implicitamente rapporti gerarchici di inferiorità della donna rispetto all’uomo. I principali elementi da verificare nel caso di immagini raffiguranti più soggetti riguardano:
  • [A] Rapporto quantitativo

    Si riferisce alla rappresentatività numerica di donne e uomini (es. nelle raffigurazioni di gruppi verificare che ci sia un numero equo di soggetti femminili e maschili).


    [C] rapporti dimensionali

    Fa riferimento alla raffigurazione di soggetti femminili dimensionalmente più piccoli rispetto a quelli maschili (es. quando si utilizzano figure pittogrammatiche di uomini e donne, accertarsi che non ci siano dissimmetrie dimensionali ingiustificate).

    [B] Relazioni spaziali

    Si riferisce alla disposizione dei soggetti nello spazio (es. fare attenzione che nella raffigurazione di gruppi o coppie i soggetti femminili non risultino in secondo piano o “dietro” rispetto a quelli maschili).


    [D] tipo di azione svolta

    Attività e passività dei soggetti raffigurati. Riguarda i ruoli e le azioni svolte dai soggetti, affinché non vi sia la prevalenza di comportamenti passivi/attivi riconducibili a un solo genere.

  • Evitare di rafforzare gli ideali estetici dominanti.
  • Prediligere immagini i cui soggetti abbiano fisicità e tratti eterogenei, al fine di non diffondere immagini omologate e idealizzate di donne e uomini. Durante la selezione delle immagini, dare maggiore rilevanza al ruolo dei soggetti piuttosto che all’aspetto esteriore.
  • Evitare di rappresentare donne e uomini in modi che ne rafforzino lo status quo.
  • Considerare, ad esempio, gli elementi caratterizzanti i soggetti all’interno di un’immagine — postura, espressioni, gesti, atteggiamenti e abbigliamento — come potenziali vettori di modelli sociali sessisti. Dalla prospettiva opposta questi elementi possono essere sfruttati in positivo per veicolare valori di equità e inclusione.
  • Promuovere l’utilizzo di palette cromatiche eterogenee e non stereotipate.
  • Prediligere l’uso di palette cromatiche non polarizzate secondo i canoni: rosa=femmina / azzurro=maschio. Se è indispensabile identificare o marcare cromaticamente i due generi, scegliere palette che non rispondano ai codici convenzionali del rosa/azzurro.
  • Prediligere immagini che si allontanino dai cliché visuali.
  • Nel caso si utilizzino raffigurazioni simboliche in riferimento ai generi, evitare associazioni stereotipate quali, ad esempio, il rossetto o la scarpa con il tacco per designare il genere femminile o la cravatta per il genere maschile.

nel linguaggio verbale

  • Uso simmetrico del genere grammaticale: esplicitare entrambe le forme maschili e femminili.
  • Assicurarsi che nella selezione di immagini – quando viene rappresenta una collettività o un gruppo di soggetti – siano raffigurati in modo equo donne e uomini, al fine di garantire la rappresentatività quantitativa dei soggetti sia femminili che maschili.

  • [A] Forma estesa
    (forma femminile + forma maschile)

    Qualora sia necessario accordare aggettivi, participi o pronomi la norma prevede che vengano declinati al maschile plurale. Si suggerisce in questi casi di collocare i termini declinati accanto alla forma maschile.

    [Esempio]

    La professoressa Paola Verdi e il professor Andrea Bianchi sono stati premiati; le alunne e gli alunni diplomati; le docenti e i docenti ai quali sia stato concesso l’esonero...
    (MIUR 2018)

    [B] Forma contratta (utilizzo della barra obliqua “/”)

    Nei testi brevi come, ad esempio, moduli o schede è consentito abbreviare le espressioni contenenti due termini di genere diverso utilizzando la barra obliqua.

    [Esempio]

    Gli/le alunni/e (invece di gli alunni e le alunne); le/gli alunne/i (invece di le alunne e gli alunni).
    (MIUR 2018)

  • Preferire espressioni prive di referenza di genere.
  • Preferire al termine “uomo” espressioni come essere umano, persona, individuo, soggetto che, essendo prive di connotazioni di genere, risultano maggiormente inclusive.

    [Esempio]

    Persona, essere, essere umano, individuo, soggetto. I diritti umani / i diritti della persona (umana) / i diritti dell’essere umano / i diritti degli esseri umani (invece di i diritti dell’uomo).
    (Raccomandazioni 1987)

  • Utilizzare forme simmetriche per riferirsi a donne e uomini.
  • All’interno di una frase in cui si citano uomini e donne, optare sempre per espressioni simmetriche.

    [Esempio]

    Thatcher e Brandt o la Thatcher e il Brandt (invece di la Thatcher e Brandt); Margaret Thatcher e Willi Brandt (invece di Margaret Thatcher e Brandt); La Signora Thatcher e il Signor Brandt (invece di La Signora Thatcher e Brandt); Maggie e Willi (invece di Maggie e Willi Brandt).
    (Raccomandazioni 1987)

  • Declinare i termini riferiti a donne e uomini al femminile o al maschile.
  • In particolare, è opportuno declinare al femminile i termini relativi a ruoli, professioni o cariche quando queste sono ricoperte da una donna.

    [Esempio]

    La dirigente/docente/segretaria Maria Rossi;
    il dirigente/docente/segretario Mario Rossi.
    (Raccomandazioni 1987)

  • Quando possibile, formulare la frase con pronomi indefiniti e indeterminati.
  • Come ad esempio chi, chiunque, coloro...

    [Esempio]

    Chi/chiunque arrivi in ritardo.
    (MIUR 2018)

  • Prediligere nomi collettivi o che si riferiscono al servizio o alla carica.
  • Ai termini maschili plurali preferire, quando possibile, sostantivi generici che definiscono categorie, cariche, posizioni e ruoli.

    [Esempio]

    Personale dipendente/docente, magistratura, direzione, corpo docente/insegnante, segreteria, presidenza, servizio di assistenza, utenza, consiglio, personale.
    (MIUR 2018)

  • Utilizzare la forma passiva.
  • Quando il soggetto dell’azione può essere sottinteso, formulare le frasi in forma passiva per evitare l’uso del “neutro maschile” senza compromettere la leggibilità e il significato del testo.

    [Esempio]

    La domanda deve essere presentata (invece di i cittadini e le cittadine devono presentare la domanda).
    (MIUR 2018)

  • Utilizzare la forma impersonale.
  • L’uso della forma impersonale rappresenta un’alternativa alla scrittura in forma passiva nelle occasioni in cui non è necessario esplicitare il soggetto della frase.

    [Esempio]

    Si entra uno alla volta (invece di gli utenti devono entrare uno alla volta).
    (MIUR 2018)

  • Preferire, quando possibile, termini ambigenere o epiceni, che hanno un’unica forma per il maschile e il femminile.
  • Come il docente/la docente, lo studente/la studente.

nel linguaggio iconico

  • Garantire un’equa rappresentatività
  • Assicurarsi che nella selezione di immagini – quando viene rappresenta una collettività o un gruppo di soggetti – siano raffigurati in modo equo donne e uomini, al fine di garantire la rappresentatività quantitativa dei soggetti sia femminili che maschili.
  • Evitare l’uso del neutro maschile.
  • Non utilizzare immagini raffiguranti unicamente soggetti maschili, se il messaggio ha valenza neutra o nelle occasioni in cui ci si rivolge indistintamente a uomini e donne.
  • Verificare la coerenza delle immagini al contesto.
  • Assicurarsi che le modalità di rappresentazione dei soggetti siano pertinenti e coerenti con il contesto di riferimento. Ad esempio, evitare l’utilizzo di figure femminili a mero scopo decorativo e seduttivo.
  • Garantire una rappresentazione non discriminante dei ruoli.
  • Valorizzare la rappresentazione della molteplicità dei ruoli prediligendo, ad esempio, la scelta di immagini che raffigurino donne e uomini in ruoli e professioni non convenzionali così da non alimentare cliché, assicurandosi di includere, qualora il contenuto comunicativo lo preveda, rappresentazioni di donne in posizioni apicali.
  • Promuovere forme di rappresentazione che non sottendono gerarchie basate sul genere.
  • Non utilizzare raffigurazioni che veicolino implicitamente rapporti gerarchici di inferiorità della donna rispetto all’uomo. I principali elementi da verificare nel caso di immagini raffiguranti più soggetti riguardano:
  • [A] Rapporto quantitativo

    Si riferisce alla rappresentatività numerica di donne e uomini (es. nelle raffigurazioni di gruppi verificare che ci sia un numero equo di soggetti femminili e maschili).


    [B] Relazioni spaziali

    Si riferisce alla disposizione dei soggetti nello spazio (es. fare attenzione che nella raffigurazione di gruppi o coppie i soggetti femminili non risultino in secondo piano o “dietro” rispetto a quelli maschili).


    [C] rapporti dimensionali

    Fa riferimento alla raffigurazione di soggetti femminili dimensionalmente più piccoli rispetto a quelli maschili (es. quando si utilizzano figure pittogrammatiche di uomini e donne, accertarsi che non ci siano dissimmetrie dimensionali ingiustificate).


    [D] tipo di azione svolta

    Attività e passività dei soggetti raffigurati. Riguarda i ruoli e le azioni svolte dai soggetti, affinché non vi sia la prevalenza di comportamenti passivi/attivi riconducibili a un solo genere.

  • Evitare di rafforzare gli ideali estetici dominanti.
  • Prediligere immagini i cui soggetti abbiano fisicità e tratti eterogenei, al fine di non diffondere immagini omologate e idealizzate di donne e uomini. Durante la selezione delle immagini, dare maggiore rilevanza al ruolo dei soggetti piuttosto che all’aspetto esteriore.
  • Evitare di rappresentare donne e uomini in modi che ne rafforzino lo status quo.
  • Considerare, ad esempio, gli elementi caratterizzanti i soggetti all’interno di un’immagine — postura, espressioni, gesti, atteggiamenti e abbigliamento — come potenziali vettori di modelli sociali sessisti. Dalla prospettiva opposta questi elementi possono essere sfruttati in positivo per veicolare valori di equità e inclusione.
  • Promuovere l’utilizzo di palette cromatiche eterogenee e non stereotipate.
  • Prediligere l’uso di palette cromatiche non polarizzate secondo i canoni: rosa=femmina / azzurro=maschio. Se è indispensabile identificare o marcare cromaticamente i due generi, scegliere palette che non rispondano ai codici convenzionali del rosa/azzurro.
  • Prediligere immagini che si allontanino dai cliché visuali.
  • Nel caso si utilizzino raffigurazioni simboliche in riferimento ai generi, evitare associazioni stereotipate quali, ad esempio, il rossetto o la scarpa con il tacco per designare il genere femminile o la cravatta per il genere maschile.

nel linguaggio verbale

  • Uso simmetrico del genere grammaticale: esplicitare entrambe le forme maschili e femminili.
  • Assicurarsi che nella selezione di immagini – quando viene rappresenta una collettività o un gruppo di soggetti – siano raffigurati in modo equo donne e uomini, al fine di garantire la rappresentatività quantitativa dei soggetti sia femminili che maschili.
  • [A] Forma estesa
    (forma femminile + forma maschile)

    Qualora sia necessario accordare aggettivi, participi o pronomi la norma prevede che vengano declinati al maschile plurale. Si suggerisce in questi casi di collocare i termini declinati accanto alla forma maschile.

    [Esempio]

    La professoressa Paola Verdi e il professor Andrea Bianchi sono stati premiati; le alunne e gli alunni diplomati; le docenti e i docenti ai quali sia stato concesso l’esonero...
    (MIUR 2018)


    [B] Forma contratta (utilizzo della barra obliqua “/”)

    Nei testi brevi come, ad esempio, moduli o schede è consentito abbreviare le espressioni contenenti due termini di genere diverso utilizzando la barra obliqua.

    [Esempio]

    Gli/le alunni/e (invece di gli alunni e le alunne); le/gli alunne/i (invece di le alunne e gli alunni).
    (MIUR 2018)

  • Preferire espressioni prive di referenza di genere.
  • Preferire al termine “uomo” espressioni come essere umano, persona, individuo, soggetto che, essendo prive di connotazioni di genere, risultano maggiormente inclusive.

    [Esempio]

    Persona, essere, essere umano, individuo, soggetto. I diritti umani / i diritti della persona (umana) / i diritti dell’essere umano / i diritti degli esseri umani (invece di i diritti dell’uomo).
    (Raccomandazioni 1987)

  • Utilizzare forme simmetriche per riferirsi a donne e uomini.
  • All’interno di una frase in cui si citano uomini e donne, optare sempre per espressioni simmetriche.

    [Esempio]

    Thatcher e Brandt o la Thatcher e il Brandt (invece di la Thatcher e Brandt); Margaret Thatcher e Willi Brandt (invece di Margaret Thatcher e Brandt); La Signora Thatcher e il Signor Brandt (invece di La Signora Thatcher e Brandt); Maggie e Willi (invece di Maggie e Willi Brandt).
    (Raccomandazioni 1987)

  • Declinare i termini riferiti a donne e uomini al femminile o al maschile.
  • In particolare, è opportuno declinare al femminile i termini relativi a ruoli, professioni o cariche quando queste sono ricoperte da una donna.

    [Esempio]

    La dirigente/docente/segretaria Maria Rossi;
    il dirigente/docente/segretario Mario Rossi.
    (Raccomandazioni 1987)

  • Quando possibile, formulare la frase con pronomi indefiniti e indeterminati.
  • Come ad esempio chi, chiunque, coloro...

    [Esempio]

    Chi/chiunque arrivi in ritardo.
    (MIUR 2018)

  • Prediligere nomi collettivi o che si riferiscono al servizio o alla carica.
  • Ai termini maschili plurali preferire, quando possibile, sostantivi generici che definiscono categorie, cariche, posizioni e ruoli.

    [Esempio]

    Personale dipendente/docente, magistratura, direzione, corpo docente/insegnante, segreteria, presidenza, servizio di assistenza, utenza, consiglio, personale.
    (MIUR 2018)

  • Utilizzare la forma passiva.
  • Quando il soggetto dell’azione può essere sottinteso, formulare le frasi in forma passiva per evitare l’uso del “neutro maschile” senza compromettere la leggibilità e il significato del testo.

    [Esempio]

    La domanda deve essere presentata (invece di i cittadini e le cittadine devono presentare la domanda).
    (MIUR 2018)

  • Utilizzare la forma impersonale.
  • L’uso della forma impersonale rappresenta un’alternativa alla scrittura in forma passiva nelle occasioni in cui non è necessario esplicitare il soggetto della frase.

    [Esempio]

    Si entra uno alla volta (invece di gli utenti devono entrare uno alla volta).
    (MIUR 2018)

  • Preferire, quando possibile, termini ambigenere o epiceni, che hanno un’unica forma per il maschile e il femminile.
  • Come il docente/la docente, lo studente/la studente.